Che cos’è e cosa può fare per te una branding agency
Personalità, bellezza, carattere. Presenza. Per entrare in scena bisogna saper far brillare la propria essenza, illuminare l’anima, indossare l’abito giusto. Occorre sapersi muovere sul palcoscenico, conoscere le regole dello spettacolo ed essere maliziosi e accattivanti nell’andare oltre con educazione. Per entrare in scena dall’ingresso principale, insomma, è importante avere qualcuno che sappia comprendere, indirizzare e valorizzare la propria identità mettendola in condizione di esprimersi appieno, ma nel modo “giusto”. No, non stiamo parlando di una persona di spettacolo e del suo agente ma di un’azienda e della sua branding agency. Già, perché siamo abituati a pensare all’azienda come a una creazione che spesso coincide e si risolve nel suo ideatore. E invece è una creatura, con un suo respiro, un suo stile, un suo modo.
Verso l’infinito e oltre….
In quanti e in quali ambiti può operare una branding agency? Infiniti e mutevoli. Non si tratta, infatti, solo di comunicazione, di scegliere il mezzo e l’approccio giusto per veicolare il messaggio nel modo più efficace. Quello con cui ha a che fare una branding agency è il brand inteso in senso globale, dalla sua ideazione fino alla definizione della strategia di comunicazione. Il brand ha a che fare con l’identità, ma un’identità collocata nel mondo, calata in un determinato contesto storico, sociale e culturale che non è mai statico ma in continua evoluzione, in perenne movimento, costantemente influenzato dagli eventi, dai personaggi, dalle mode. Il brand deve saper procedere a piccoli passi rimanendo fedele a se stesso ma anche essere capace di grandi salti e di qualche stravolgimento. La sua cifra è l’attualità.
Per questo una brandig agency richiede competenze – e quindi figure professionali – nei più svariati ambiti: analisi di mercato, design, comunicazione e sociologia ma anche grafica, storia dei costumi, consulenza aziendale e marketing. E, ovviamente, una profonda conoscenza e padronanza del web e dei social. La creatività è la sua anima. La professionalità il suo cervello.
Creare un brand non è sufficiente: bisogna saperlo sviluppare e mantenere.
La creatività è il trampolino di lancio per ideare o rinnovare un marchio, ma non è sufficiente. Occorre individuare gli obbiettivi, i valori, i punti di forza e di debolezza di un’azienda. E non si tratta solo dei prodotti o dei servizi offerti o dell’efficacia o meno del logo e delle campagne pubblicitarie ma, anche, delle dinamiche interne, del rapporto fra i collaboratori e di quello con i clienti. In altre parole, una volta creato, il marchio deve essere fatto risplendere dentro e fuori l’azienda: chi lavora all’interno dell’azienda deve essere il primo a crederci e il lavoro di consulenza aziendale che una branding agency svolge consiste anche in questo. Un’agenzia di branding lavora dall’interno, dal basso, per poi proiettare il marchio all’esterno: individua il pubblico di destinazione, crea, pianifica e gestisce le strategie di branding e, infine, rende il marchio visibile, affidabile e perfino necessario per quel pubblico. Un punto di riferimento.
Per usare una metafora un’agenzia di branding opera sulle radici di un’azienda: ciò che vediamo, la corolla con i suoi colori e i suoi profumi, l’identità visiva, non è che il risultato.
Tante figure e un unico sguardo: sulla tua azienda.
Mission e valori aziendali, studio della concorrenza, naming, analisi di mercato, creazione di un portfolio, posizionamento sul web, rapporti con i clienti, tono della comunicazione, ideazione delle campagne pubblicitarie e di marketing… un’agenzia di branding si occupa di questo e di molto altro. Ma quali sono le figure coinvolte?
Project Manager. E’ il genio della lampada: ascolta i tuoi desideri e li interpreta come obiettivi. Nella sua mente non vi è linea di confine fra creatività e business. A volte visionario, appassionato di tutti gli aspetti che coinvolgono un brand, dalla grafica al web marketing, ha una visione a 360° che abbraccia il marchio nella sua completezza. Il suo sguardo è come quello del proiettore cinematografico, pronto a proiettare il brand sulle pareti del mondo, il suo spirito quello del tuttologo entusiasta, il suo approccio quello del consulente fidato, sempre pronto all’ascolto e deciso e tranquillamente determinato nell’individuare la soluzione ai problemi. Il Brand Manager non si limita a seguire un progetto: “vede” il progetto.
Art director. La creatività richiede completa libertà di espressione ma questo non significa assenza di regole. Il direttore creativo coordina il lavoro del team creativo che opera nell’agenzia, dalla stampa al web, dalla grafica al video editig, suggerendo l’indirizzo da seguire. Il suo ruolo è fondamentale per dare coerenza e originalità al servizio, la sua responsabilità enorme: segue i progetti dall’ideazione alla realizzazione, è responsabile della qualità di tutti i concept e progetti, del recruiting dei membri del suo team e di ciò che verrà consegnato al cliente. E’ al creative director che spetta il compito di trasformare in un progetto creativo le strategie di marketing elaborate sulla base delle esigenze del cliente.
Account. Ascoltare prima di agire. Un account deve saper ascoltare il cliente, sempre, per comprenderne le necessità. E’ il tramite tra il dentro e il fuori dell’agenzia. Solo da una reale comprensione dei bisogni del cliente si possono creare piani di azione e strategie di marketing coerenti con l’identità e i valori aziendali.
Marketer. Non gli sfugge nulla: studia il mercato e i competitors, è sempre aggiornato sui bisogni emergenti, le nuove esigenze dei consumatori e le “falle” del sistema. Ma soprattutto conosce a fondo il tuo brand in tutti i suoi aspetti, dopo averlo studiato, analizzato e toccato con mano. Come un tiratore scelto individua il bersaglio e ti guida la mano per fare centro.
Copywriter e Graphic Designer. Illusionisti e giocolieri ma anche profondi e concreti conoscitori del mondo e del suo tempo: trasformano in parole ed immagini il messaggio che si intende diffondere rendendolo accattivante. Insieme formano la coppia creativa che cattura lo sguardo del pubblico di destinazione.
Social media manager. Nessuno è più abile nel rendere virale e interessante un contenuto sulle piattaforme social. Veloce, sintetico, originale come i social richiedono, è dotato di una visione di insieme che consente di inserire tutte le proprie azioni all’interno di una digital strategy che genera conversazioni, like, retweet, ma i suo i obiettivi vanno ben oltre e sono sempre sintonizzati con quelli del marketing manager.
Marketing manager. Come un Paperon de’ Paperoni mira dritto al successo del prodotto: coordina le attività che precedono e costituiscono il lancio nonché tutta la fase successiva alla vendita rinnovando periodicamente il prodotto affinché continui ad essere competitivo. Il suo compito è ricercare, condividere e tradurre operativamente le varie strategie volte a portare l’azienda al successo.
E poi….
E poi ci sono i fotografi, gli illustratori, i grafici, i webmaster, gli IT manager, i SEO specialist per posizionare il sito sul podio di Google etc… o sviluppare un’applicazione mobile, gestionali… Insomma, un’agenzia di branding è un microcosmo che si può dilatare nello spazio infinito.
L’ingrediente segreto: essere se stessi.
Cosa fa allora in parole povere una branding agency? La cosa più semplice e più difficile allo stesso tempo: scoprire te stesso, cosa ti rende unico. E’ a partire da te stesso, dall’identità della tua azienda che si lavora per aumentare la reputazione del marchio, impregnarlo di aspetti soggettivi e far sì che le persone lo percepiscano come la soluzione a ciò che stanno cercando. Essere unici, talvolta, rende indispensabili….