Tik Tok, dalla Cina con furore!
di Agnese Ranaldi, Social Media Specialist di PlanAdv
Tutte le caratteristiche e i colpi di scena del nuovo social di tendenza: l’affare Tik Tok scatena una vera e propria bufera in U.S.A.
Tik Tok è il nuovo social di tendenza che combina immediatezza e contenuti, interattività e intrattenimento, viene direttamente dalla Cina. Tik Tok ha ormai spopolato in tutto il mondo, imponendosi come competitor imprescindibile dei maggiori social network sulla piazza, con un picco di registrazioni di utenti ottenuto durante i mesi di lockdown.
Intorno a questa popolarità incredibile girano voci inerenti la compromissione della privacy e le velleità di egemonia della Cina: sono solo malignità dei dragon slayer o c’è dell’altro? Quali sono vantaggi e svantaggi rispetto agli altri social network?
Tik Tok è “la destinazione leader per i video brevi da dispositivi mobili. La sua mission è ispirare la creatività e portare allegria”, così si legge nella pagina ufficiale dell’azienda. Si tratta infatti di una multinazionale che ha oggi sedi in tutto il mondo, da Los Angeles, New York, Londra, Parigi, Berlino, Dubai, Mumbai, Singapore, Jakarta, Seoul e Tokyo.
Lanciato inizialmente nel 2016 con il nome “musical.ly”, applicazione di sincronizzazione video e audio è stata la seconda applicazione più scaricata al mondo nel 2019: conta versioni in circa 34 lingue, e nasce per essere godibile da tutti.
Ispirare creatività e portare allegria
Nella pagina ufficiale c’è anche una sezione intitolata “Tik Tok for good”: l’azienda sostiene di voler ispirare e incoraggiare le nuove generazioni ad avere un impatto positivo sul pianeta e sui suoi abitanti. Una specie di benefattrice, insomma, che fornisce una piattaforma divertente, immediata e intuitiva e si mette a disposizione dei suoi utenti affinché questi possano utilizzarla per promuovere le loro cause del cuore.
Esiste ad esempio un trend dedicato alle vittime di violenza, ispirato da una storia italiana, il Denim May, come racconta Il Corriere: nei video diventati virali anche grazie al contributo di alcune celebrità, come Chiara Ferragni, migliaia di ragazze e di ragazzi si mostrano vestiti con gli abiti del giorno in cui hanno subìto violenza, sottolineando “quello che è successo non è colpa tua, non ti definisce” e creando un circolo virtuoso di incoraggiamenti che invita le persone a denunciare, ribadendo che non sono sole e che c’è una comunità di giovani estesa a livello globale che è lì a sostenerle.
Un’intenzione davvero nobile quella dell’azienda cinese, che però si è trovata anche a dover fare i conti con chi desidera davvero denunciare abusi e violenze, ma all’interno di un contesto – quello della Repubblica Popolare Cinese – in cui la censura è ancora stringente e la leadership preferisce non rendere pubbliche alcune contraddizioni sociali interne.
Secondo Wired è questo il caso di una teenager della Cina occidentale che introduce così il suo video di makeup sull’app cinese: “Ciao ragazzi. Ora vi insegno come allungare le vostre ciglia. La prima cosa è mettere le ciglia nel piegaciglia. Poi lo mettete giù e usate il vostro telefono, proprio quello che state usando ora, e cercate di capire cosa sta succedendo in Cina nei campi di concentramento per i musulmani”.

La competizione tra Cina e America
Tik Tok è anche luogo di confronto tra big tech cinesi e americane, ma non solo. Continue accuse di mala gestione dei dati personali vengono mosse dall’amministrazione americana alle imprese cinesi, e si vanno ad aggiungere a quelle sulla concorrenza scorretta che hanno inasprito le relazioni commerciali tra i due paesi negli ultimi anni, specie a partire dall’amministrazione Trump.
Il Presidente americano avrebbe, infatti, messo al bando l’utilizzo dell’applicazione negli Stati Uniti, con un ordine esecutivo in vigore da settembre, sostenendo che rappresenti una minaccia per il paese: l’azienda cinese ha risposto che avrebbe impugnato il bando e fatto causa all’amministrazione Trump.
D’altra parte il confronto con l’America si declina anche in termini propriamente digitali: Instagram ha lanciato infatti in 50 paesi la funzionalità Reels, che consente di produrre contenuti video di 15 secondi con effetti creativi e strumenti audio inediti.
La funzione è disponibile dai primi di agosto anche in Italia, chiunque abbia un account Instagram si sarà reso conto di cosa stiamo parlando, e consente di creare facilmente contenuti simili a quelli prodotti dall’app di Tik Tok. Si tratta di una competizione all’ultimo sangue, che dà la dimensione di quanto il confronto tra le imprese tecnologiche e sui mercati digitali, sia determinante anche dal punto di vista geopolitico.
Strumento agile e interattivo
L’impresa che intende comunicare con i suoi consumatori invece, osserva questa competizione con interesse, poiché è fruttuosa e funzionale alle sue tattiche comunicative.
Oggi le imprese dispongono infatti di diversi canali per poter raggiungere il loro pubblico e sviluppare strategie di marketing sempre più all’avanguardia, valutando anche che tipo di target hanno intenzione di coinvolgere nella loro comunicazione. La cosiddetta Generazione Z, infatti, i nati tra il 1997 e il 2010, utilizza sempre meno canali statici come Facebook, e sempre più strumenti interattivi e agili come Tik Tok.
La comunicazione video all’insegna del motto make every second count sta fornendo nuovi mezzi per le aziende per poter arrivare efficacemente ai consumatori, e far sì che questi non si dimentichino di loro.
E’ proprio grazie al turbinio di voci, critiche, tensioni e contraddizioni che gira intorno all’applicazione cinese, che il mondo della comunicazione digitale si sta adattando con una velocità incredibile, fornendo al marketing canali sempre inediti di sviluppo.